La fotografia celebra 180 anni
Correva l’anno 1839 quando furono presentati i primi dagherrotipi
La fotografia si accinge a tagliare il traguardo del secondo centenario. Dai dagherrotipi alle foto olografiche del futuro, un’arte senza età continua a regalare grandi emozioni.
Nel 1839 il dagherrotipo cambiò il mondo
La storia della fotografia, come naturale evoluzione delle arti visive, ha origini antichissime. Ma i primi veri antenati delle moderne reflex comparvero in tempi molto più recenti. Per l’esattezza 180 anni fa, come rivela un articolo dell’ANSA.
Era il 7 Gennaio del 1839 quando il francese Louis Jacques Mandé Daguerre presentò al mondo la sua straordinaria invenzione. Il dagherrotipo è stato infatti il primo passo nello sviluppo della fotografia, e successivamente anche del cinema. Va da sé che la tecnologia dell’epoca fosse molto diversa da quella odierna. Il dagherrotipo prevedeva l’utilizzo di una lastra di rame, ricoperta di bitume fotosensibile e argento. Era in grado di catturare immagini molto nitide e dettagliate, ma non riproducibili. “Gioielli” unici, che in numerosi casi si sono tramandati fino ai giorni nostri. E proprio in quelle immagini, sorprendentemente ricche di dettagli, possiamo cogliere le vere radici della fotografia moderna. Incredibile ma vero, da allora sono passati quasi duecento anni.
Dai primi negativi alla pellicola avvolgibile Kodak
Il trionfo del dagherrotipo dura per oltre un ventennio. Infatti la prima vera innovazione di questa nuova forma d’arte arriverà solo nel 1841. Quando, cioè, l’inglese William Henry Fox Talbot raccoglie il testimone di Daguerre, introducendo una novità importante. E’ a Talbot che si deve l’introduzione dei negativi riproducibili, con la possibilità di stampare fotografie in serie. Quella che era considerata un’arte elitaria si diffonde così a velocità impressionante. Tutti vogliono catturare immagini e frammenti di vita, stampandone più copie. Il trionfo di Talbot è il primo passo verso la fotografia come la intendiamo oggi.
Un’altra tappa fondamentale nell’evoluzione della fotografia si avrà quasi quarant’anni dopo. Con lo sviluppo della Kodak N. 1 e dei rollini di pellicola avvolgibile, la fotografia entra davvero nelle case delle persone. Per anni questa forma di fotografia viene considerata quella definitiva, l’apice dell’evoluzione. Ma l’evoluzione non è mai statica e immutabile. Così, l’avvento delle nuove tecnologie informatizzate apre le porte a un nuovo concetto; le foto digitali.
E il cammino della fotografia è ancora lungo
Una volta le foto venivano stampate e conservate in appositi album, oggi non è più così. Soprattutto per i millennials, le foto sono esclusivamente digitali, con tutte le possibilità offerte dalle moderne fotocamere. Effetti, filtri, perfino foto panoramiche; il tutto interamente in formato elettronico. Tanto è vero che nel 2009 la Kodak ha ritirato dal commercio i suoi celebri rullini gialli, simboli di un’epoca durata più di un secolo. Naturalmente sarà sempre possibile stampare le immagini più belle e significative su carta fotografica. Ma l’intero procedimento avviene oggi per via interamente digitale, dove la stampa non è più il fine ultimo dell’immagine. Insomma, dai tempi di Daguerre e Talbot, ne è decisamente passata di acqua sotto i ponti.
Alla vigilia del suo secondo centenario, la fotografia si presenta in forma smagliante. L’ultima tendenza, che sta spopolando sui Social, è quella delle foto 3D. Che si possono “scorrere” in profondità, con effetti di straordinario realismo. Per realizzarle occorre solo una sequenza panoramica e uno speciale filtro di Facebook. Ma non basta. L’industria infatti punta a conquistare sempre nuovi orizzonti. E, per i prossimi anni, la sfida è già annunciata. Dopo la presentazione di un nuovo proiettore di ologrammi alla fiera di Hong Kong, è un dato di fatto che le foto del futuro non saranno solo 3D, ma anche olografiche. Perché il nuovo trend della fotografia sono decisamente gli effetti speciali.
Cristina Pezzica